La pesca sostenibile: definizione di una prospettiva

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Gli oceani ricoprono circa il 71% della superficie terrestre, ed influenzano in modo significativo la vita sulla terra...

Gli oceani ricoprono circa il 71% della superficie terrestre, ed influenzano in modo significativo la vita sulla terra.

Pensiamo ad esempio al clima, alla temperatura, all’acqua piovana, e alla presenza del pesce: tutti fattori legati alla Terra, alle nostre vite ed alla nostra economia.
Proprio per questi motivi, la salvaguardia degli oceani e della loro biodiversità sta diventando un fattore primario non più soltanto per singole associazioni ma anche per i governi internazionali, che cominciano a muoversi in direzione di salvaguardia.
Il 40% degli oceani del mondo è significativamente influenzato dalle attività dell’uomo: l’inquinamento, l’esaurimento delle riserve ittiche e la perdita di habitat naturali lungo le coste stanno incrinando l’ecosistema marino.

PESCA SOSTENIBILE
La biodiversità marina è fattore primario nella salvaguardia dell’ambiente poiché garantisce la sopravvivenza della vita sulla Terra. 

Nonostante gli sforzi per tutelare gli oceani, al momento solo circa il 4% dei mari ricade in un'area protetta, mentre soltanto nello 0,5% c'è il divieto di pesca e di estrazione di risorse dal sottosuolo.
Il piano strategico per la biodiversità, adottato nel 2010 dalle Nazioni Unite insieme ai relativi target di Aichi, prevede di raggiungere la tutela del 10% delle aree marine mondiali entro il 2020. Il fine non è soltanto istituire nuove aree protette, ma soprattutto gestirle in modo adeguato ed estendere le zone dove è proibito il prelievo di petrolio e gas, così come di pesce, crostacei e alghe, in modo da "raggiungere l'obiettivo di conservazione della biodiversità".

METODI DI PESCA SOSTENIBILE: IL KRILL
Come facciamo ad assicurare la presenza di abbastanza pesce e varietà di specie nell’oceano? In che modo si può garantire una continua ripopolazione ittica?
Esistono leggi e certificazioni che, seguendo questa direzione, cercano di salvaguardare il benessere degli oceani.

La pesca commerciale del Krill avviene principalmente nei mari dell’antartico, precisamente nella sottozona 48, situata attorno alla Penisola Antartica, alle Isole Orcadi ed alla Georgia del Sud. La CCAMLR (Commissione per la conservazione delle risorse biologiche dell'Antartico) è l’ente che si occupa della salvaguardia di tale ecosistema e tutta l’industria ittica è tenuta a segnalare le proprie attività di pesca svolte nell’area.

Nel caso della pesca del Krill, le leggi ed i controlli sono decisamente restrittivi in quanto non risulta possibile superare la quota dell’1% di pesca della biomassa. Per il terzo anno consecutivo, la pesca del Krill antartico ha ricevuto una "A" nella graduatoria della Partnership per la pesca sostenibile per avere una biomassa considerata in ottime condizioni: l’intera industria ittica, infatti, pesca circa lo 0,3% del totale, decisamente al di sotto della quota stabilita. Questi risultati positivi sono dovuti principalmente ad una gestione molto stabile delle norme relative alla pesca poiché è richiesto il consenso di più di 20 nazioni per poterle modificare.

DATI A FAVORE DELLA PESCA SOSTENIBILE
Su 60 milioni di tonnellate di Krill presenti all’interno dell’area 48, 9,3% è la quota di pesca sostenibile fissata dalla CCAMLR. I rilievi ed i controlli hanno svelato che il pescato medio totale del Krill è circa lo 0,3% dell’intera riserva di krill dell’area 48.

Un’attenta gestione di questa fondamentale risorsa globale è alla base di un futuro sostenibile ma soprattutto, è possibile con la cooperazione e la collaborazione globale.

Preservare l’ambiente e le risorse della Terra è un dovere a cui dobbiamo adempiere per noi e per le future generazioni.

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